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Aprile 10, 2020 da Pioltello sul Meme

La Pioltello degli anni 80/90

La Pioltello degli anni 80/90
Aprile 10, 2020 da Pioltello sul Meme

I nostri fratelli maggiori di qualche anno seguivano le mode del momento e tutto il loro vestiario sarebbe stato un giorno ereditato da noi piccoli. C’erano i “dark” e i “rockabilly”; i primi in stile “England” vestivano principalmente di nero con spolverini e pantaloni a sigaretta, i secondi con abbigliamento vintage. A cavallo degli anni ottanta, apparvero i “Paninari”, una moda fenomeno di costume nata a Milano che poi si diffuse in tutta Italia. Chi seguiva il genere, solitamente “figlio di Papà”, era ossessionato dall’abbigliamento griffato. I musts erano: le Timberland, i giubbotti Moncler, le cinture El Charro ed una serie infinita di accessori obbligatoriamente firmati. Non mi pare esistessero i saldi e quella roba, la pagavi un occhio della testa in qualsiasi momento dell’anno. Il fenomeno nacque come ribellione nei confronti del turbolento e politicizzato decennio precedente, rifiutando ogni forma di impegno sociale e godendosi la vita senza troppe preoccupazioni conformandosi ai modelli del cinema del periodo e ritrovandosi spesso nei Fast Food, che fecero la loro prima apparizione in Italia. Insomma, quella gente non aveva voglia “de lavorà e ffà n cazzo” e tra una lampada al solarium ed un acquisto in Corso Buenos Aires, consumavano le loro giornate ritrovandosi a sfoggiare il loro look principalmente in Piazza San Babila, considerata il loro tempio. Su scala nazionale, per due o tre anni, quella dei personaggi vestiti da cowboys moderni, divenne una vera ossessione e nonostante noi giovani Pioltellesi avessimo restrizioni economiche alle spalle, accogliemmo di buon grado la tendenza, cercando di imitarli, il più delle volte con capi di vestiario taroccati.

La maggior parte delle famiglie, possedevano gli Hi-Fi, impianti stereo a mobile componibili con casse potentissime, e con i bassi sull’equalizzatore sempre regolati ai massimi, era consuetudine ascoltare la musica ad altissimo volume. I motori delle automobili venivano elaborati e c’erano personaggi in paese che investivano tutti i propri guadagni e risparmi per montare assetti e ruote super maggiorate con cerchi in lega scintillanti. Mi sembrava di essere sui sets di “Fast and Furious”. In paese, per anni, c’era un tale che girava con una cinquecento gialla. L’auto disponeva solamente del sedile guidatore. Al lato passeggero, aveva montata una consolle da dj e al posto dei sedili posteriori, un impianto audio da qualche centinaio di watt. Al centro dell’abitacolo c’era appesa una strobosfera (comunemente conosciuta come palla da discoteca) e negli angoli, luci psichedeliche. Il proprietario di questa “meraviglia tecnologica”, attrezzato di impianto voce portatile, amava trascorrere i suoi pomeriggi d’estate al parco comunale, intrattenendo i cittadini con le sue esibizioni neomelodiche…

Simone Leon

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