A Pioltello cinguettano gli uccelli. Come in campagna.
Ma se vuoi vedere il sole sorgere, devi abitare oltre il settimo piano e sperare che il palazzo difronte al tuo non sia più alto, altrimenti ti devi accontentare del cinguettio degli uccelli.
Il Pioltelluso è un po’ in sbatti: “in fin dei conti lavorare non era così male…” pensa mentre fuma una siga affacciato al balcone.
Ha perso il conto dei giorni, delle siga, e dei discorsi di Conte che spunta ad orari assurdi su tutti i canali della Tv.
Il Pioltelluso, un mese fa, prendeva per il culo quelli in smartworking, e quelli che avevano paura degli starnuti.
Un mese fa, andava al lavoro ed era in sbatti perché i bar chiudevano alle 18: “e io la birra dove la bevo?”.
Un mese fa il Pioltelluso, i discorsi di Conte li seguiva attentamente e pure con un po’ di speranza: il Pioltelluso è abbastanza giovane da vivere ancora con i suoi, ma non troppo immaturo per non pensare al futuro: si lavora e si risparmia e il resto conta poco. Conte conta poco, e tutta sta situazione fa un po’ ridere, ma è importante capire perché se chiudono tutto, qui come si sopravvive? Va bene i bar chiusi alle 18, va bene non poter uscire da Pioltello, che poi chi cazzo esce da Pioltello?
Va bene la mascherina e il distanziamento sociale, ma tutto il giorno a casa no: in che senso quarantena?
In che senso si esce solo per necessita?
Panico, smarrimento negli occhi del Pioltelluso che teme di non avere abbastanza siga, abbastanza birra, abbastanza pazienza per sopportare i suoi. Che poi, chi cazzo sono i suoi? Non ci parla da quando aveva 17 anni: “se abitassi solo sarebbe meglio”.
Il pioltelluso è un po’ in sbatti mentre fuma una siga alla finestra. Prova a contare i giorni ma non ce la fa. Non si ricorda quando lo hanno messo in cassa integrazione, né quando si è cambiato la tuta l’ultima volta.
Il pioltelluso è un po’ in sbatti, gioca con il tricolore appeso al balcone; non si sa quando lo toglierà ma sa quando lo ha messo: all’inizio di tutto, quando la settimana di ferie era l’occasione perfetta per riposarsi, quando pure Fedez e la Ferragni hanno tirato fuori le casse per pompare un po’ di musica, quando si applaudiva tutti insieme, e la mamma del Pioltelluso era convita che se puntava la torcia del telefono verso il cielo, il satellite dallo spazio la fotografava.
Nel giro di poco tempo è rimasto solo il tricolore appeso e il pioltelluso che fuma una siga e pensa a quando si stia annoiando.
Al pioltelluso manca: la tipa, l’industrial il venerdì sera, le siga sulla panchina dopo il lavoro, e la birra al bar prima di cena.
- Ma ci hai mai pensato a quanti siamo? Otto piano, quattro case per piano e conta quattro persone per casa. Siamo tanti, e mai c’è stato così tanto silenzio.
Alla fine il pioltelluso ha scoperto che i suoi sono simpatici, non ci litiga più come quando aveva 17 anni, e forse è meglio stare qui che in una casa soli.
- Quanto abbiamo comprato noi. Qua. Difronte. Non c’era niente. Solo campi, poi, hanno iniziato a costruire. Prima questo, poi quello e infine quell’altro palazzo lì. Papà lo dice ogni volta ma il pioltelluso fatica ad immaginarsi Pioltello senza palazzi.
Il pioltelluso si accende un’altra siga e come ogni giorno pensa: che fine hanno fatto i bambini. Nessuno ha sbatti di uscire a giocare? I vecchi che continuano ad andare a fare la spesa all’Esselunga dove trovano lo sbatti di farsi la fila più di una volta alla settimana? Cosa userà mamma al posto del lievito per fare la pizza domenica? Che sbatti ha la tizia che corre nel cortile difronte?
Il pioltelluso prendeva per il culo quelli in smartworking e ora per quattro ore deve rimanere attaccato al computer per un corso di aggiornamento.
Il pioltelluso prendeva per il culo quelli che avevano paura degli starnuti, ma ora pure lui un po’ ha paura. Un po’ per papà, un po’ meno per mamma che è più giovane. I parenti da giù mandano video, foto e videochiamano tutto il giorno, al contrario dei cori al balcone, le videochiamate non sono durante solo una settimana.
Il pioltelluso ha scoperto che un po’ il suo lavoro gli fa cagare, ma meglio quello che non fare nulla. “Magari leggo, magari cucino, magari scrivo”, alla fine il pioltelluse gioca a carte con papà, insegna a mamma come fare le videochiamate con più persone, compra su Amazon un uovo di Pasqua e lo invia al nipote, il figlio di suo fratello. “Sbatti non essere tutti sotto lo stesso tetto. Sbatti non poter grigliare a Pasquetta”.
Il pioltelluso ha nuove abitudini ma continua a bere la birra e oggi si è accorto che è arrivata la primavera.
- E pure oggi è andato. Buona notte. Mamma spegne le luci, saluta il pioltelluso e va a letto.
Il pioltelluso finisce la giornata dove l’ha iniziata: in balcone. Fuma una siga e prova a contare i giorni, ma non ci riesce, rispetta le regole e al massimo esce di casa per bersi una birra con il vicino di casa, uno dei pochi che non si è ancora trasferimento.
Il pioltelluso non si chiede che succederà domani, ma cosa succederà quando tutto questo finirà: “chissà se saremo un paese migliore oppure no”.